Non c’è dubbio: la PEC è ormai diventata uno strumento fondamentale per l’innovazione digitale in Italia, e non solo. La PEC europea rappresenta un altro traguardo per creare un sistema di comunicazione qualificata tra privati e Pubblica Amministrazione e tra cittadini e imprese.
A gennaio 2022 la nuova PEC europea ha iniziato il suo iter, e già nello stesso anno abbiamo assistito al rilascio dello standard ETSI, tassello cruciale al fine della realizzazione di un servizio di posta elettronica conforme al Regolamento europeo n. 910/2014 – eIDAS.
Ciò di cui possiamo essere certi è che proprio dal 2024 la PEC in Italia lascerà il posto alla Registered Electronic Mail (REM), meglio conosciuta come la PEC europea.
Ma cosa cambierà dal 2024?
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PEC europea: ecco cosa cambia
Per quanto riguarda le caselle PEC attivate in Italia, il cambiamento più importante è l’integrazione dei requisiti SERC – Servizio Elettronico di Recapito Certificato – con quelli SERCQ – Servizio Elettronico di Recapito Certificato Qualificato.
Vediamo nel dettaglio cosa significa.
Oggi la PEC italiana conferisce valore legale alle comunicazioni. Infatti, le stesse sono equiparabili alla tradizionale raccomandata con avviso di ricezione. Tuttavia, non certifica l’identità del titolare della casella.
Da qui nasce la necessità di adeguare la casella PEC agli standard europei. Questo sarà possibile tramite due step:
- riconoscimento del titolare della casella;
- attivazione della verifica in 2 passaggi.
Adeguamento PEC agli standard europei: come funziona
Il titolare di una casella PEC dovrà procedere nel seguente modo al fine di allinearsi ai requisiti sanciti dallo standard ETSI sul servizio di recapito certificato qualificato.
Riconoscimento dell’identità
Questo passaggio serve per garantire l’attendibilità del mittente, indipendentemente dal fatto che sia il rappresentante legale di una persona giuridica o una persona fisica.
La verifica dell’identità può essere fatta con uno degli strumenti di identificazione elettronica che sono riconosciuti dalla Commissione europea:
- Firma digitale – anche remota;
- Identità digitale SPID;
- Piattaforma DVO – De Visu Online – con operatore;
- Carta Nazionale dei Servizi o Tessera Sanitaria;
- Carta d’Identità Elettronica – CIE 3.0.
Verifica in 2 passaggi
L’autenticazione a 2 fattori consente di poter rafforzare il livello di sicurezza dell’account di posta elettronica. Ciò è possibile grazie al doppio controllo di accesso al servizio:
- inserimento delle credenziali – indirizzo PEC e password;
- codice di autenticazione.
Il codice è inviato su un dispositivo che è stato precedentemente verificato. Il tutto avviene secondo la modalità di ricezione scelta:
- Token OTP via SMS;
- Token OTP tramite app;
- Notifica PUSH tramite app su dispositivo mobile.
Dopo che è stata attivata la verifica in 2 passaggi, per consultare la casella PEC è necessario inserire la password e autorizzare l’accesso con l’inserimento dell’OTP – One Time Password – oppure con la conferma della notifica PUSH.
PEC europea: come si attiva
L’attuazione del nuovo standard PEC è prevista entro il primo quadrimestre del 2024, momento in cui la PEC europea diventa obbligatoria.
Anche se i provider di PEC Legalmail stanno già cominciando ad abilitare i sistemi di verifica, le fasi di implementazione del processo sono ancora in attesa del DPCM normativo.
Fra i gestori riconosciuti da AgID, Infocert PEC consente già da oggi di effettuare l’upgrade della casella Legalmail identificando il titolare in semplici step, mantenendo integre tutte le funzionalità del servizio.
Direttore Commerciale di Real Document Solution
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Anche lui usa DocuWare: per gestire la pipeline di clienti, per archiviare e firmare i contratti digitalmente e tenere aggiornate le scadenze.
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